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Crisi Milan, Pioli e Maldini tracciano la rotta e fanno chiarezza su Zaniolo

02 novembre
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Quello da dicembre 2019 a gennaio 2023 è un intervallo di tempo grande. Enorme se si parla di calcio, se si pensa a quello che può succedere in tre anni, addirittura siderale per il Milan, passato in poco più di 36 mesi dal far quasi saltare un progetto, quello affidato a Stefano Pioli in corsa per prendere il posto di Marco Giampaolo e a un passo dal venire rinnegato dopo il 5-0 subito in casa dell’Atalanta proprio alla vigilia del Natale 2018, a festeggiare nel maggio scorso uno scudetto inatteso, ma tutt’altro che meritato, e frutto del gran lavoro svolto da allenatore e dirigenti.

Dall’Atalanta 2019 alla Lazio 2023: il Milan riscopre la crisi

Dopo il pesante 4-0 subito in casa della Lazio nell’ultima giornata del girone d’andata, però, in casa dei campioni d’Italia è ufficialmente suonato il campanello della crisi, che nessuno può più negare. Lo si legge negli occhi spauriti e increduli di giocatori come Olivier Giroud, Rafa Leao e Sandro Tonali, diversi tra loro per esperienza, palmares e leadership, ma accomunati dall’incapacità di comprendere le cause del buco nero nel quale la squadra è precipitata dai minuti finali della partita contro la Roma dello scorso 8 gennaio.

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Da quel 2-0 buttato via negli ultimi cinque minuti che ha dato il via a un vero e proprio crollo verticale che in 16 giorni ha visto sfumare di fatto tre obiettivi: la Coppa Italia, svanita con l’eliminazione subita in casa contro il Torino, pur giocando 50 minuti in superiorità numerica, alla Supercoppa Italiana, finita nella bacheca dell’Inter vittoriosa 3-0 a Riyad, e ora pure il campionato, dal momento che il -12 dal Napoli a metà percorso, scavato anche dal pareggio di Lecce, sa tanto di resa anticipata e forzata nella corsa alla riconferma del tricolore sulle maglie.

Crollo Milan, Pioli non si nasconde: “Potendo non parlerei”

Paolo Maldini è uno che ha vinto tanto, anzi tutto almeno a livello di club, ma che sa anche come si esce da momenti difficili. Il responsabile dell’area tecnica del Milan inquadra la crisi della squadra e prova a individuarne le cause interne al campo: “In pochi giorni abbiamo visto sfumare due obiettivi e ora questa sconfitta pesante rende difficile la rincorsa in campionato – le parole dell’ex capitano rossonero – Abbiamo subito 11 gol in tre partite, ma il gruppo deve restare compatto. Non dimentichiamo che siamo secondi in campionato, agli ottavi di Champions League dove siamo tornati a giocare lo scorso anno e campioni d’Italia, siamo ampiamente dentro ai nostri parametri. Fanno male i punti persi contro la Roma perché avevamo dominato, ma è evidente come adesso la squadra non si muova d’insieme e così facendo gli avversari riescono a rendersi pericolosi appena saltano la nostra prima pressione”.

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Stefano Pioli e Paolo Maldini, braccio e mente del Rinascimento rossonero, non hanno potuto negare la drammaticità sportiva del momento, spiegata proprio dai numeri: il Milan non subiva almeno quattro gol in campionato senza segnare proprio da quella notte di Bergamo, non registrava tre partite senza vincere in campionato da novembre 2021 e non subiva due gol a fine primo tempo senza segnare in due gare di fila in Serie A addirittura dall’aprile 1997.

Troppo per non parlare di crisi anche se Pioli, ai microfoni di Dazn, punta più sull’aspetto mentale che su quello tecnico-tattico: “Sono qui a parlare perché devo farlo, ma dopo serate così bisognerebbe solo stare zitti, tornare a Milanello in fretta e mettersi a lavorare in fretta per tornare a fornire prestazioni all’altezza delle nostre possibilità. Momento più difficile della mia gestione dal 2019? Sicuramente molte cose non stanno andando come dovrebbero, ma l’unico modo che conosco per uscirne è lavorare. La difesa subisce troppo? Non credo che il problema sia legato a un reparto o sia di natura tattica, dobbiamo tornare a essere più attenti e collaborativi, a comunicare meglio tra noi”.

Il tecnico emiliano ha poi dribblato, ma senza smentire l’interessamento, il tema Zaniolo: “Zaniolo stasera non c’era, pensiamo al campo. Quanto ci manca Ibrahimovic? Non abbiamo mai cercato alibi e non inizieremo a farlo adesso, ho la massima fiducia in questo gruppo”.

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Il discorso si sposta poi sul mercato, quello che è stato, i colpi al momento deludenti Divock Origi e Charles De Ketelaere, e quello che potrebbe essere a breve, ovvero Nicolò Zaniolo, possibile medicina anti-crisi. Maldini non nega come la società stia accarezzando l’idea: “Origi ha un contratto di quattro anni, De Keteleaere di cinque e non possiamo giudicarli adesso. Inserirsi in una squadra che funziona è facile, quando ci sono momenti difficili molto meno. Per quanto riguarda Zaniolo ha detto tutto Massara, non vogliamo negare la realtà, se ci sarà qualche opportunità di mercato valuteremo, ma non abbiamo alcuna intenzione di discostarci dalla nostra linea societaria e aziendale”.




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Dopo il pesante 4-0 subito in casa della Lazio nell’ultima giornata del girone d’andata, però, in casa dei campioni d’Italia è ufficialmente suonato il campanello della crisi, che nessuno può più negare. Lo si legge negli occhi spauriti e increduli di giocatori come Olivier Giroud, Rafa Leao e Sandro Tonali, diversi tra loro per esperienza, palmares e leadership, ma accomunati dall’incapacità di comprendere le cause del buco nero nel quale la squadra è precipitata dai minuti finali della partita contro la Roma dello scorso 8 gennaio.

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Paolo Maldini è uno che ha vinto tanto, anzi tutto almeno a livello di club, ma che sa anche come si esce da momenti difficili. Il responsabile dell’area tecnica del Milan inquadra la crisi della squadra e prova a individuarne le cause interne al campo: “In pochi giorni abbiamo visto sfumare due obiettivi e ora questa sconfitta pesante rende difficile la rincorsa in campionato – le parole dell’ex capitano rossonero – Abbiamo subito 11 gol in tre partite, ma il gruppo deve restare compatto. Non dimentichiamo che siamo secondi in campionato, agli ottavi di Champions League dove siamo tornati a giocare lo scorso anno e campioni d’Italia, siamo ampiamente dentro ai nostri parametri. Fanno male i punti persi contro la Roma perché avevamo dominato, ma è evidente come adesso la squadra non si muova d’insieme e così facendo gli avversari riescono a rendersi pericolosi appena saltano la nostra prima pressione”.

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Troppo per non parlare di crisi anche se Pioli, ai microfoni di Dazn, punta più sull’aspetto mentale che su quello tecnico-tattico: “Sono qui a parlare perché devo farlo, ma dopo serate così bisognerebbe solo stare zitti, tornare a Milanello in fretta e mettersi a lavorare in fretta per tornare a fornire prestazioni all’altezza delle nostre possibilità. Momento più difficile della mia gestione dal 2019? Sicuramente molte cose non stanno andando come dovrebbero, ma l’unico modo che conosco per uscirne è lavorare. La difesa subisce troppo? Non credo che il problema sia legato a un reparto o sia di natura tattica, dobbiamo tornare a essere più attenti e collaborativi, a comunicare meglio tra noi”.

Il tecnico emiliano ha poi dribblato, ma senza smentire l’interessamento, il tema Zaniolo: “Zaniolo stasera non c’era, pensiamo al campo. Quanto ci manca Ibrahimovic? Non abbiamo mai cercato alibi e non inizieremo a farlo adesso, ho la massima fiducia in questo gruppo”.

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