Salute

Quando il fegato ("grasso") soffre per anni si può arrivare anche a sviluppare un tumore

24 ottobre
617
3mil

Meglio non trascurare il «fegato grasso», disturbo sempre più diffuso anche in Italia. Non dà sintomi, non crea problemi a chi ne soffre e nella maggior parte dei casi viene riscontrato durante accertamenti richiesti per altre ragioni dal medico di famiglia o da specialisti come il diabetologo o il cardiologo. Tuttavia l’accumulo di grasso nel fegato è il punto iniziale di un percorso molto pericoloso: può infatti evolvere in infiammazione (steatoepatite) e fibrosi, che possono portare allo sviluppo di cirrosi epatica e, infine, a un tumore del fegato. Lo conferma anche una ricerca appena pubblicata sul Chinese Medical Journal , nella quale gli studiosi della Wenzhou Medical University hanno ricostruito e analizzato i molteplici fattori che possono condurre dalla situazione iniziale di apparente normalità, fino alla formazione di una neoplasia. Le cause Il meccanismo alla base della steatosi epatica (più comunemente nota come «fegato grasso») è l’insulino-resistenza, cioé un’aumentata resistenza da parte dell’organismo all’azione dell’insulina, problema associato allo sviluppo di diabete, obesità, ipertensione arteriosa e aterosclerosi. E lo studio cinese mette in evidenza come, con il passare degli anni, si arrivi al cancro attraverso diversi altri fenomeni degenerativi che si concatenano a livello epatico. L’epatite B (HBV) e l’epatite C (HCV) sono le principali cause di tumore del fegato a livello globale. In Italia oltre il 70% dei casi di tumori primitivi del fegato è riconducibile a fattori di rischio noti, in primis collegati alla prevalenza dell’infezione da virus dell’epatite C. «Una serie di cause (fra cui: infezioni da virus epatitici B e C, abuso alcolico, malattie genetiche e autoimmunitarie, diabete, obesità) possono indurre un danno persistente del fegato — spiega Stefano Cascinu, primario dell’Unità di Medicina oncologica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano —. Queste “epatopatie croniche” spesso si aggravano nel corso degli anni sfociando nella cirrosi epatica, una malattia severa che nel tempo può indurre un deficit di funzionalità dell’organo (scompenso epatico) e predisporre all’insorgenza del carcinoma. Ecco perché i controlli periodici per i pazienti con patologie epatiche croniche sono molto importanti».

Prevenzione Purtroppo però la consapevolezza dei danni da grasso accumulato sul fegato è scarsa e poiché l'organo «soffre in silenzio» e si fa sentire soltanto quando è molto compromesso, molte persone ignorano a lungo di avere problemi. Come sottolineano anche gli scienziati cinesi, riconoscere le steatopatie e curare il fegato grasso è un passo importante. Il rimedio è facile perché si fonda soprattutto su movimento e smaltimento dei chili in eccesso, sebbene vada tenuto presente che anche chi è magro può non essere indenne dall’accumulo di grasso nel fegato: il 15-20% di chi ha steatosi epatica ha un indice di massa corporea normale. In questi casi spesso è il girovita l’indizio-chiave: se è ampio è probabile che si sia accumulato grasso sul fegato. «Anche l'epatocarcinoma non dà segni evidenti della sua presenza così solo il 10 per cento dei casi è diagnosticato in fase iniziale quando l’intervento chirurgico può essere risolutivo — conclude Cascinu —. Per questo le percentuali di guarigione sono ancora basse e solo un quinto dei pazienti è vivo a cinque anni dalla diagnosi, ma si può prevenire con stile di vita sano e vaccinazione contro l'epatite: sovrappeso, cirrosi, epatite e fumo sono colpevoli di quasi tutti i casi».

Non chiudere gli occhi al problema della micosi! Prova questo
19 ago
287
1mil



Salute

Quando il fegato ("grasso") soffre per anni si può arrivare anche a sviluppare un tumore

24 ottobre
617
3mil

Meglio non trascurare il «fegato grasso», disturbo sempre più diffuso anche in Italia. Non dà sintomi, non crea problemi a chi ne soffre e nella maggior parte dei casi viene riscontrato durante accertamenti richiesti per altre ragioni dal medico di famiglia o da specialisti come il diabetologo o il cardiologo. Tuttavia l’accumulo di grasso nel fegato è il punto iniziale di un percorso molto pericoloso: può infatti evolvere in infiammazione (steatoepatite) e fibrosi, che possono portare allo sviluppo di cirrosi epatica e, infine, a un tumore del fegato. Lo conferma anche una ricerca appena pubblicata sul Chinese Medical Journal , nella quale gli studiosi della Wenzhou Medical University hanno ricostruito e analizzato i molteplici fattori che possono condurre dalla situazione iniziale di apparente normalità, fino alla formazione di una neoplasia. Le cause Il meccanismo alla base della steatosi epatica (più comunemente nota come «fegato grasso») è l’insulino-resistenza, cioé un’aumentata resistenza da parte dell’organismo all’azione dell’insulina, problema associato allo sviluppo di diabete, obesità, ipertensione arteriosa e aterosclerosi. E lo studio cinese mette in evidenza come, con il passare degli anni, si arrivi al cancro attraverso diversi altri fenomeni degenerativi che si concatenano a livello epatico. L’epatite B (HBV) e l’epatite C (HCV) sono le principali cause di tumore del fegato a livello globale. In Italia oltre il 70% dei casi di tumori primitivi del fegato è riconducibile a fattori di rischio noti, in primis collegati alla prevalenza dell’infezione da virus dell’epatite C. «Una serie di cause (fra cui: infezioni da virus epatitici B e C, abuso alcolico, malattie genetiche e autoimmunitarie, diabete, obesità) possono indurre un danno persistente del fegato — spiega Stefano Cascinu, primario dell’Unità di Medicina oncologica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano —. Queste “epatopatie croniche” spesso si aggravano nel corso degli anni sfociando nella cirrosi epatica, una malattia severa che nel tempo può indurre un deficit di funzionalità dell’organo (scompenso epatico) e predisporre all’insorgenza del carcinoma. Ecco perché i controlli periodici per i pazienti con patologie epatiche croniche sono molto importanti».

Prevenzione Purtroppo però la consapevolezza dei danni da grasso accumulato sul fegato è scarsa e poiché l'organo «soffre in silenzio» e si fa sentire soltanto quando è molto compromesso, molte persone ignorano a lungo di avere problemi. Come sottolineano anche gli scienziati cinesi, riconoscere le steatopatie e curare il fegato grasso è un passo importante. Il rimedio è facile perché si fonda soprattutto su movimento e smaltimento dei chili in eccesso, sebbene vada tenuto presente che anche chi è magro può non essere indenne dall’accumulo di grasso nel fegato: il 15-20% di chi ha steatosi epatica ha un indice di massa corporea normale. In questi casi spesso è il girovita l’indizio-chiave: se è ampio è probabile che si sia accumulato grasso sul fegato. «Anche l'epatocarcinoma non dà segni evidenti della sua presenza così solo il 10 per cento dei casi è diagnosticato in fase iniziale quando l’intervento chirurgico può essere risolutivo — conclude Cascinu —. Per questo le percentuali di guarigione sono ancora basse e solo un quinto dei pazienti è vivo a cinque anni dalla diagnosi, ma si può prevenire con stile di vita sano e vaccinazione contro l'epatite: sovrappeso, cirrosi, epatite e fumo sono colpevoli di quasi tutti i casi».

Non chiudere gli occhi al problema della micosi! Prova questo
19 ago
287
1mil
👉 Raccomandate
Tutte le notizie