Menopausa, i 3 segnali che si è a rischio malattie del cuore
Normalmente, le donne tendono a presentare i segni delle patologie cardiovascolari con diversi anni di ritardo rispetto agli uomini. Purtroppo però con il termine della vita fertile e l’avvento della menopausa, complice la diminuzione dei valori di estrogeni che circolano nel sangue, la situazione tra i due sessi tende progressivamente ad appaiarsi. Ed ovviamente occorre prestare particolare attenzione ai classici fattori di rischio cardiovascolari, dall’ipertensione al colesterolo fino all’aumento di peso, alla sedentarietà, ai problemi metabolici legati al diabete e al fumo.
Ma possono esistere altre situazioni che in qualche modo entrano a definirei i pericoli per cuore ed arterie? A questa domanda risponde una ricerca apparsa su Menopause, rivista scientifica che si occupa proprio di questa fase della vita femminile. Lo studio segnala l’importanza di prestare particolare attenzione al rischio cardiovascolare in presenza di emicrania, magari fin dalla giovane età, vampate di calore o magari sudorazioni notturne. In pratica, quindi, parlate con il ginecologo per definire il vostro profilo di rischio e comportatevi secondo quanto consigliato.
Come si definisce il rischio
La ricerca prende in considerazione le informazioni relative a poco meno di 2000 donne, seguite nel tempo, ed è stata coordinata da Catherine Kim, dell’Università del Michigan. Le donne sono state seguite con controlli ed esami del sangue regolari in un percorso iniziato in giovinezza, e comunque entro i 30 anni, per giungere fino all’età postmenopausale.
Dall’indagine emerge chiaramente come sia necessario per la maggior parte delle donne prendere coscienza del rischio cardiovascolare e concentrare gli sforzi per ridurre i fattori di rischio, come appunto quelli legati a pressione alta, colesterolo LDL e simili. Ma la stessa esperta segnala che nel sottogruppo con emicrania e vampate di calore persistenti precoci e sudorazioni notturne, oltre che per quelle che soffrono di emicrania nella prima età adulta, questi risultati indicano un’ulteriore necessità di controllare i rischi e affrontare i sintomi in anticipo.
Controllando queste donne in giovinezza, peraltro, appare che i fattori principali nel predire quali avrebbero avuto vampate di calore persistenti e sudorazioni notturne sono stati l’emicrania, la depressione e il fumo di sigarette.
Un approccio su misura
Questi studi, insomma, ricordano che non tutte le donne sono esposte agli stessi rischi nelle diverse età della vita. E che quindi per ogni donna ci vuole un piano di prevenzione specifico, capace di aiutarle sia nel controllo dei sintomi menopausali che nella gestione ottimale del rischio per cuore e vasi, ovvero infarti ed ictus.
Il cuore della donna è infatti diverso da quello maschile. E se è vero che in età giovanile normalmente esiste la protezione degli ormoni tipici della vita fertile quando si è giovani, è altrettanto innegabile che col passare del tempo l’infarto tende a manifestarsi sempre di più nel sesso femminile. E non è certo l’unica lesione cui fare attenzione.
Lo ricorda il documento The Lancet Women and Cardiovascular Disease Commission, che pone l’obiettivo di ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari nella popolazione femminile a livello globale entro il 2030, partendo dal fatto che a tutt’oggi ne rappresentano la prima causa di mortalità.
Per questo ci vuole un approccio ideale di prevenzione, caso per caso. Parlando di elementi di pericolo, ad esempio, il ruolo del fumo di sigaretta nella definizione del rischio cardiovascolare appare diverso nel sesso femminile: per le donne basterebbe infatti fumare un terzo delle sigarette dell’uomo per essere esposta al medesimo livello di rischio.
Ancora: nelle donne sono più frequenti, parlando in termini generali, le malattie autoimmuni, legate ad una sorta di “errore” del sistema difensivo che si scatena nei confronti di parti dell’organismo, come avviene in caso di artrite reumatoide. Ebbene, queste condizioni inducono uno stato di infiammazione cronica generalizzata che può ripercuotersi anche su cuore e vasi.
Ancora: chi entra precocemente in menopausa può presentare un rischio cardiovascolare superiore rispetto a chi invece ha una menopausa tardiva. La sindrome dell’ovaio policistico può compromettere la salute cardiovascolare delle donne in età giovane tra i 30 e 40 anni, che presentano un rischio più alto (del 19%) rispetto alle coetanee che non hanno disturbi ovarici, essendo più soggette a sovrappeso/obesità, ipertensione, diabete, dislipidemia e sindrome metabolica.
Infine, chi ha sofferto gestosi e di ipertensione durante la gravidanza presenta un rischio molto più elevato di far fronte a problemi cardiovascolari, così come accade a chi ha sviluppato diabete nella dolce attesa. Si tratta solo di esempi, che però definiscono l’importanza di una cardiologia su misura per la donna.