Sport

Acerbi nella bufera dopo frase razzista a Juan Jesus: cosa rischia

09 aprile
64
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E’ il minuto 59 del match Inter-Napoli quando Juan Jesus si avvicina all’arbitro La Penna, prima di un calcio d’angolo, e gli riporta: “Mi ha detto che sono un neg***, a me non sta bene sta cosa qua”, indicando proprio la patch anti razzista “Keep Racism Out” sulla maglia di gioco. Autore del gesto è Acerbi, che si macchia di un gesto esecrabile proprio nella giornata internazionale contro il razzismo. Dura la risposta della Domenica Sportiva, in onda su RAI 2, che ha condannato fermamente questo gesto. Ma cosa rischia ora il difensore centrale nerazzurro?

Cosa rischia Francesco Acerbi per l’insulto razzista a Juan Jesus

Nel corso della DS, l’ex arbitro internazionale Mauro Bergonzi ha commentato che la procura Federale potrebbe richiedere le immagini per aprire un’indagine. In caso di conferma delle accuse, la possibile squalifica potrebbe essere pesantissima, addirittura 10 giornate: «Le squalifiche tra l’altro in questi casi sono pesantissime, parliamo di almeno dieci giornate, perché ci sono le nuove regole sul razzismo che ovviamente vanno a colpire duramente episodi che non possono accadere su un campo di calcio come da nessun’altra parte. Nessun’altra parte».

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Cosa dice il Codice di Giustizia Sportiva

Acerbi è incorso nella violazione dell’Art.28 del Codice di Giustizia Sportiva, relativo ai “Comportamenti discriminatori” in cui al Comma 1 e al Comma 2 si riassume praticamente lo scenario avvenuto in campo e ciò che potrebbe accadere al giocatore dell’Inter sul fronte disciplinare:

“Costituisce comportamento discriminatorio ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporta offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine anche etnica, condizione personale o sociale ovvero configura propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori”. Nel Comma successivo c’è la decisione che può essere presa sul piano disciplinare:

“Il calciatore che commette una violazione di cui al comma 1 è punito con la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinato e con la sanzione prevista dall’art. 9, comma 1, lettera g) nonché, per il settore professionistico, con l’ammenda da euro 10.000,00 ad euro 20.000,00.”

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Rimedio chiede esclusione dalla Nazionale

Molto duro anche il commento del giornalista Alberto Rimedio, telecronista delle gare dell’Italia: «Tra l’altro Acerbi è un Nazionale, c’è il raduno e se dovesse confermata una cosa di questo genere io credo che potrebbero esserci anche delle conseguenze anche a livello di Nazionale, perchè la Federcalcio non potrebbe accettare che un proprio calciatore dica queste cose ad un avversario. E’ un episodio gravissimo, bisogna fare luce, bisogna capire, perchè non possono succedere queste cose in campo”.

Juan Jesus al termine della gara stempera la polemica con Acerbi

Tuttavia, a fine gara è stato lo stesso Juan Jesus a stemperare ai microfoni di Dazn spiegando che tutto quello che accade in campo finisce con la partita e che Acerbi, pur avendo esagerato, aveva chiesto scusa. Il difensore brasiliano ha poi scritto sui social: “Ho difeso la mia squadra e i miei diritti nel modo che ho ritenuto più giusto. Felice per il gol e per la reazione della squadra.”




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“Costituisce comportamento discriminatorio ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporta offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine anche etnica, condizione personale o sociale ovvero configura propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori”. Nel Comma successivo c’è la decisione che può essere presa sul piano disciplinare:

“Il calciatore che commette una violazione di cui al comma 1 è punito con la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinato e con la sanzione prevista dall’art. 9, comma 1, lettera g) nonché, per il settore professionistico, con l’ammenda da euro 10.000,00 ad euro 20.000,00.”

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