Progetti speciali

Arrestato Matteo Messina Denaro, era latitante dal 1993

13 settembre
493
2mil

Matteo Messina Denaro è stato arrestato la mattina di lunedì 16 gennaio, dopo 30 anni di latitanza, in una clinica privata di Palermo, ‘La Maddalena’. Il 60enne si era reso irreperibile dal 1993.

L’arresto

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza.

L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Trapani) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

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Matteo Messina Denaro è stato arrestato in una clinica privata di Palermo, ‘La Maddalena’: secondo quanto riferito dal comandante del Ros dei carabinieri, Pasquale Angelosanto, il boss si trovava lì “per sottoporsi a terapie”.

Ad arrestarlo, come spiegato dall’Ansa, gli uomini del Ros insieme a quelli del Gis e dei comandi territoriali.

Chi è Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro è nato a Castelvetrano, in provincia di Trapani, il 26 aprile 1962: è noto con i soprannomi di ‘U siccu‘ e ‘Diabolik’.

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Figlio del vecchio capomafia Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, Matteo Messina Denaro era latitante dall’estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, aveva iniziato la sua vita da Primula Rossa.

“Sentirai parlare di me – le aveva scritto, facendo intendere di essere a conoscenza che, di lì a poco, il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue -: mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità“.

Matteo Messina Denaro era l’ultimo boss mafioso di “prima grandezza” ancora ricercato: una latitanza record come quelle dei suoi fedeli alleati Totò Riina (arrestato dopo 23 anni dal Capitano Ultimo) e Bernando Provenzano (38 anni).

Nel 1989 era stato denunciato per associazione mafiosa, dopo aver partecipato alla faida tra i clan Accardo e Ingoglia a Partanna.

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Proprio in quell’anno, Paolo Borsellino iscrive per la prima volta il nome di Matteo Messina Denaro in un fascicolo d’indagine.

Nel 1991 aveva invece ucciso Nicola Consales, proprietario di un albergo di Triscina, che si era lamentato con una sua impiegata – all’epoca amante di Matteo Messina Denaro – di “quei mafiosetti sempre tra i piedi”.

Durante il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, come raccontato dal collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, si sarebbe travestito da poliziotto della Dia, ingannando il ragazzo e raccontandogli che lo avrebbe portato dal padre, in quel periodo sotto protezione lontano dalla Sicilia. L’avrebbe poi ucciso e quindi sciolto nell’acido.

Nel 1998, dopo la morte del padre Francesco, è diventato capomandamento di Castelvetrano e rappresentante della provincia di Trapani in Cosa nostra.

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Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine.

Da latitante è riuscito ad avere due figli: una femmina e un maschio.

Come riportato dal Messaggero, le notizie sulla sua vita arrivano dai racconti dei collaboratori: Matteo Messina Denaro sarebbe appassionato di puzzle e di dolci, alcuni raccontano che sarebbe stato sottoposto a un intervento chirurgia plastica al volto per non essere riconoscibile. Altri dicono che si sia fatto rimodellare i polpastrelli per cancellare le impronte digitali.

Nel 1992 fa parte del commando composto da mafiosi di Brancaccio e della provincia di Trapani, inviato a Roma per mettere a segno un attentato nei confronti di Maurizio Costanzo e per uccidere Giovanni Falcone e il ministro Claudio Martelli.

Nel luglio 1992, è tra gli esecutori dell’omicidio di Vincenzo Milazzo, capo della cosca di Alcamo. Poi strangola la compagna del boss, Antonella Bonomo, incinta di tre mesi.

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La condanna all’ergastolo

Matteo Messina Denaro è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra cui :

  • Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia;

  • le stragi del 1992, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino;

  • gli attentati del 1993 a Milano, Firenze e Roma.




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L’arresto

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza.

L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Trapani) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

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“Sentirai parlare di me – le aveva scritto, facendo intendere di essere a conoscenza che, di lì a poco, il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue -: mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità“.

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